Dopo una settimana di pioggia e di maltempo ed al termine delle ferie, avevo deciso di intraprendere l'attivazione della cima del monte Peralba (il cui nome sta a significare “pietra bianca”) nella prima giornata di tempo discreto. Arrivato al rifugio Calvi salivo alla cima per mezzo della via ferrata “Sartor”, composta di una breve scala metallica all'inizio e seguita da lunghi tratti attrezzati con funi d'acciaio, per un dislivello complessivo di 350 metri.
Sulla ante cima sono ancora visibili molti reperti della Grande Guerra come filo spinato, muri a secco e tunnel scavati nella roccia. Inutile dire che il panorama è come al solito da lasciar senza fiato, spettacolare in quanto si apriva innanzi a me spaziando dalle Dolomiti del Brenta,
Sono passato in decametriche ed i 40 metri erano chiusi e si sentivano solo stazioni di notevole potenza, in 10 metri invece sono riuscito a fare solamente i collegamenti necessari per l'attivazione della cima.
Qualche curioso si avvicinava e chiedeva delucidazioni su cosa facessi con quegli strani arnesi…..e mi fermavo a spiegare con il mio inglese “ survival ” cosa stavo combinando. Le nuvole si erano nel frattempo fatte sempre più scure e mi ero accorto di essere restato solo
sulla cima, quindi sono sceso per la via normale intitolata a Giovanni Paolo II, in quanto è la via che seguì il Papa il 20 Luglio 1988 quando, a piedi, salì sulla vetta del Peralba, uno spettacolo meraviglioso anche perché scendendo al rifugio Calvi si attraversa il passo dell'Oregone tra il fischiare delle marmotte.
73 de IK3ITV Andrea